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ENZA PECORARI
Musicalità
Mi addormentai ammaliato dalla musica, note fluide che si aprivano alla
notte tiepida.
Il vento leggiadro accompagnava la melodia con leggero soffio. Un sonno
benefico allontanava ogni apprensione e mi regalava sogni grati e
bizzarri: gli strumenti prendevano vita.
L'archetto del violino danzava sulle corde, il pianoforte, i suoi tasti bicolori
vibravano armoniosi; la chitarra muoveva le corde, timbro ovattato e
morbido. Strana notte tiepida... continua a farmi sognare.
Mio padre
La musica ricominciava con uno strano personaggio che vagabondava
tranquillo da un capo all'altro della nuvola…
Umidi e freschi i piedi nel prato, come in un verde mare, gli occhi
contenti, l'ascolto attento.
La musica prima sconosciuta diventa familiare e cara; si precisa la figura
che appare e scompare tra i cirri pastello recando le note nel suo
peregrinare.
La mano forte, delicata, porta alla bocca l'armonica che canta. Un attimo
solo lo sguardo mi incrocia. Ma è un lampo infinito quell'abbraccio
paterno. Poi un soffio cattura le nubi, le scompiglia, le accavalla...
lentamente tutto scompare nel cielo imbiancato.
Canzone
In lontananza scorgevo la
cancellata piatta, gialla,
nel prato erba tenera di
primavera.
Il profumo familiare di
erba nuova mi riportava ai
giochi di bambina:
"Chi rotola più veloce nel
prato fresco? "
Le trecce corvine, i nastri
limone si alzavano
assieme con l'aquilone
sgargiante, che, sospeso,
danzava snello nel vento
propizio.
La cancellata piatta e
gialla ora appare prossima, non più dorata, macchie brune sull'antico
colore.
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