Page 17 - Corso-B-Nasti-racconti
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gamba, poi quella della mano e, gli occhi, gli occhi…ipnotici: non riesce a
staccarsene! Inizia a lavorare con il carboncino, ma gli sfugge di mano; la
fronte piano piano si copre di sudore, lo stomaco sussulta. Lo sguardo
della ragazza non lo lascia, lo fissa, lui vi si immerge, nero abisso lucido di
tremito, di paura; faticoso è il respiro: passo spossato, si avvicina alla
poltrona, si accascia.
Luisa lo accoglie tra le morbide braccia: dallo sguardo, gelo e odio.
La mano impugna uno stiletto e lo conficca decisa nel cuore.
Consolazione
Camminavo nella penombra imminente e il viale, alti olmi laterali, pareva
interminabile in quella giornata calda d’estate. Afa, sudore, ricerca di
frescura. Poche persone apparivano, con passo lento, cappello di paglia in
testa o in mano, come ventaglio. Superai una villetta con giardino semi-
nascosto da siepi di ligustro dalle inflorescenze bianche profumate;
occhieggiavano oleandri rosa e rossi, edere vigorose, gerani assolati.
Rare le auto, pochissimi gli autobus, qualche ciclista coraggioso. Su una
panchina una ragazza, capelli sciolti, vestitino aderente colorato, zainetto
nero in grembo, volto triste sedeva con in mano un cellulare su cui
scorrevano veloci fotografie. Si soffermava su alcune, con occhi velati di
lacrime.
Si avvicinò silenzioso l’iridato carrettino elettrico dei gelati: bambini
golosi, come evocati, lo accerchiarono. La ragazza si asciugò il viso e si
unì ai bimbi chiassosi.
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