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LINA TIOZZO

                                                    Fisarmonica

               Mi addormentai  ammaliato dalla musica, note fluide che si aprivano alla
               notte tiepida. Si, è stato facile addormentarmi seduta in veranda, mentre
               il cielo mi veniva incontro, blu intenso e una stella in attesa di altre. La
               musica  di  una  fisarmonica  addolciva  i  pensieri,  note  leggere  mi
               avvolgevano.  Il  pianoforte  dava  spazio  a  un  ostinato  di  batteria  e  io
               ricordavo  un  valzer  elegante:  ballando  tra  le  sue  braccia  mi  lasciai
               trasportare in un altro mondo.




                                                       I soldati

               In lontananza scorgevo la cancellata piatta, gialla, nel prato erba tenera di
               primavera; vicino, un carro armato mi tratteneva nel nascondiglio, mentre
               rimbombi assordanti risuonavano.
                                                                     Col  binocolo  osservo  i  due
                                                                     giovani:         escono          dal
                                                                     balconcino  del  carrarmato,
                                                                     sorridono e si appoggiano alla
                                                                     cancellata       gialla,     intatta
                                                                     nonostante le bombe.
                                                                     Da  giorni  sono  prigioniero  lì,
                                                                     nascosto.
                                                                     Ho  fame  e  sete,  sete.  Così
                                                                     con  le  mani  alzate  esco,
                                                                     morto  o  prigioniero  non  mi
               importa  più  nulla:  nel  mio  animo  c'è  il
               buio.
               Piano,  stanco,  forse  trascino  i  piedi,  mi
               avvio verso di loro.
               Non ho più paura. Li guardo, mi vedono,
               si  cancella  il  sorriso,  mi  vengono
               incontro, cado ai loro piedi.
               Mi  trascinano  sull'erba  primaverile,  si
               inginocchiano accanto a me.
               L'acqua mi disseta il corpo e l'anima.









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