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BRUNA MANFREDA

                                                  Note come fiori

               Mi addormentai ammaliato dalla musica, note fluide che si aprivano alla
               notte tiepida"
               Si  era  dischiusa  un'altra  porta,  leggero  ne  avevo  varcato  la  soglia.
               Andavo, trasportato da una accogliente brezza di suoni carezzevoli.
               La mente, libera, aperta al sorriso, vagava condiscendente in un mondo
               morbido dove tutto era possibile, sorpresa di carpire i più teneri sogni. I
               segreti  si  aprivano  come  fiori  appena  sbocciati.  Un  vago  profumo
               avvolgeva tutto e tutto era immerso in una pallida luce gialla.
               Emerse il mio respiro calmo. "Rêverie" si allontanava lasciandomi il sapore
               delle ultime note.

                                                        Il volto

               La  musica  ricominciava  con  uno  strano  personaggio  che  vagabondava
               tranquillo  da  un  capo  all'altro  della  lunga  stanza:  la  parete  di  fronte
               mancava.  Oltre,  era  sfondo  un  bosco  rigoglioso,  pulito,  dal  quale  la
               misteriosa  figura  giungeva  ad  intervalli  regolari,  accompagnata  sempre
               dalla  stessa  musica  e  poi  se  ne  ritornava  nel  silenzio.  Era  di  modesta
               statura;  un  mantello  nero  troppo  lungo  la  avvolgeva;  ampie  falde  del
               cappello celavano il volto tenuto abbassato. Usciva dalle fronde, incurante
               delle  foglie  rimaste  ad  ornare  il  mantello  e  cominciava  a  percorrere  la
               stanza come chi del tempo è creditore.
               Forte era il desiderio di sentire completa quella musica sempre interrotta.
               Ad un ennesimo giro l'immagine alzò la testa e sembrò guardare, ma… il
               volto era un ovale bianco, liscio, uniforme.
               "Chi  sei?"  si  sentì  dire  balzando  a  sedere  sul  letto.  "Ti  meravigli?  Solo
               quando tu mi darai il volto la musica andrà oltre”.


                                                      Amici miei

               In lontananza scorgeva la cancellata piatta, gialla, nel prato erba tenera di
               primavera.
               Niente  campanello;  era  pesante,  solo  accostata  e  gialla,  non  nera,
               marrone, verde…
               Originale anche il proprietario.
               Raggiungere  la  vecchia  villa,  aveva  richiesto  una  lunga  passeggiata
               attraverso il prato privo di vialetti… non piacevole dopo la pioggia.
               Ampio spazio vuoto attorno. Isolata, una rustica costruzione in legno per
               gli attrezzi.
               Ad un centinaio di metri, un intenso abbaiare, in varie tonalità, lo investì.
               Procedette. Altri avrebbero cercato di conquistare al più presto il cancello
               giallo.



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