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autrici  che  con  generosità  ci  hanno  affidato  i  e costruiscono i loro nidi
                 loro testi, grazie.                               nel suo fluttuante mantello.

                 MUOIO OGNI NOTTE                                  FOGLIE
                 (per tutte le donne vittime di violenza)          di Paola Fenzo
                 di Mara Penso
                                                                   Di qua il bosco
                 Muoio ogni notte… ogni notte mi uccidi            nero
                 col veleno del tuo amore sbagliato                nero
                 ed io, farfalla dalle ali spezzate                gli abeti stretti in un abbraccio forte
                 che leggiadra volavo nel tuo cielo,               non fanno vedere il cielo.
                 agonizzo ora in un baratro scuro.                 Di là il sole
                 Vestita del mio dolore, mi muovo                  abbagliante
            PIANETAUTL | DOSSIER  POESIA
                 - ombra silenziosa di solitudine -                scalda fin dentro il cuore.
                 e raccolgo frammenti di me sparsi                 La strada di bianchi calcari
                 ovunque fra il letto e la ferita anima.           si intravede a stento
                 Sono un resto di vita frammentata,                sotto il folto tappeto di foglie.
                 distrutta dalla nera crudeltà                     Foglie gialle,
                 di un carnefice che fingeva amore.                foglie castane,
                 Lento e immutabile scivola il tempo               foglie contorte, foglie avvizzite
                 e porta con sé gli ultimi brandelli               che gemono.
                 di speranza mentre gira la giostra                No, no!
                 senza mai fermarsi, senza salvezza.               Foglie che cantano sotto i nostri passi,
                 Muoio così ogni notte, ancora muoio.              cantano
                                                                   perché sentono,
                                                                   perché sanno
                 AL DIO NASCOSTO                                   che saranno humus per i fiori
                 di Antonio Lanza                                  per la gioia della primavera.


                 Non cercarlo nei limpidi ruscelli di montagna,    SERA NERA
                 sono troppo freddi per qualunque dio;             di Carlotta Rosa
                 non esplorare i fiumi tumultuosi
                 in cerca di brandelli del suo corpo,              Cammini...solo...
                 non rivoltare i sassi sulla spiaggia              Senza pensare
                 per cercare le sue divine tracce;                 in questa gelida sera nera
                 è nel caldo oceano salato che egli discende,      Senza aggrapparti ad alcuna certezza
                 dove i pesci colorati baciano il suo corpo        Come me bagnato da caldi intensi lampi di luce
                                                                   Vivi di te stesso
                                                                   Vivi mille vite
                                                                   Sorridi amaro per mondi troppo conosciuti...
                                                                   Di altri mondi si nutre il tuo cuore...
                                                                   Di viaggi senza viaggiatori...
                                                                   Avventure sconosciute
                                                                   Mari lontani ed esangui lune piene che
                                                                                           tremano soffocate d' amore.


                                                                   IL TONFO
                                                                   di Adriana Cercato


                                                                   Credevo di cadere dall’alto, molto alto,
                                                                   quando ho perso un amico.
                                                                   In realtà mi trovavo appollaiata su me stessa,
                                                                   ed è per questo che lo vedevo grande, generoso, splendido.

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