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piante, perché la sera non c’è e la mattina com-
pare, per poi avere una carriera brevissima, ma
era sicura che all’erba piacesse che fosse inter-
mittente”. Osservando nel cielo un comune
lampo, lo trasformava “in una gialla Forchetta
che incaute dita da Tavole celesti lasciano ca-
dere - spettrale Argenteria”. Se notava delle fo-
glie sui rami, mosse dalla brezza, con grande
ironia scriveva “che si stavano scambiando sa-
gaci confidenze come le donne - ingiungen-
dosi segretezza - un patto inviolabile di diffu-
sione”.
Si potrebbero passare giorni e giorni in sua
PIANETAUTL |DOSSIER POESIA
compagnia, rapiti da ogni parola che ha scelto,
e lasciato a noi, per descrivere la Natura,
d'altronde come lei stessa scrive “Il poeta è co-
lui che distilla un senso sorprendente da signi-
ficati ordinari” e, non a caso, Emily Dickinson è
riconosciuta come una delle più grandi poe-
tesse mai esistite.
Mi piace concludere con questo suo verso che
Una pagina dell'erbario di Emily riguarda noi tutti e le stelle:
“Le Stelle che tu incontri sono simili a te –
un’ape. In una poesia confessa che a volte Non è forse ogni Stella un Asterisco ad indi-
“Aveva derubato i boschi fiduciosi che esibiva- care una Vita umana?” -
no ignari bacche e muschio, curiosa aveva ro-
vistato tra tutti i loro gingilli arraffando e por-
tando via qualcosa, pentendosi poi di questo”.
E, a proposito del fatto di “rubare” qualcosa L’Erba ha così poco da fare -
alla Natura per proprio piacere, Emily ci chie- Una Sfera di semplice Verde -
de, in una poesia, se abbiamo mai pensato a Con solo Farfalle da covare
quanta fatica faccia un fiore per fiorire. E Api da intrattenere -
Ci ricorda che “Deve combattere il verme, ot- E tutto il giorno ondeggiare alla Brezza
tenere la rugiada che gli spetta, regolare il Che raccoglie d’intorno dolci Note -
calore, resistere al vento, sfuggire all’ape la- Tenere il Sole in grembo
druncola e non deludere la Natura che lo at- E inchinarsi a ogni cosa -
tende. Essere un fiore è profonda responsa-
bilità”. E infilare la Rugiada, di notte, come
Perle -
Inoltre, questa donna composta e minuta E farsi così bella
che si descriveva “Piccola come lo Scricciolo
e con i capelli ribelli come il riccio di una ca- Che al suo confronto sarebbe volgare
stagna”, era in grado di entrare in totale em- Una Duchessa -
patia con ogni elemento della Natura, pote- E perfino quando muore - mutarsi
va trasformarsi indifferentemente in un’ape In divina Fragranza -
che “flirta con i ranuncoli”, in “un leopardo Come Umili spezie addormentate -
con i suoi ricordi di palme”, o in una “marghe- O appassiti Spigonardi -
rita”. E poi, in Superbi Fienili starsene stesa -
Al suo sguardo pieno di meraviglia nulla E sognare i Giorni passati,
sfuggiva e in modo straordinario riusciva a L’Erba ha così poco da fare
descrivere il vento “come un tipo sempre in
transito”, “un ospite da accogliere in casa a Che vorrei essere Fieno -
cui non si poteva porgere una sedia perché i
piedi non aveva”. Definiva il fungo “l’elfo delle (Poesia num. 333 del 1862)
14 Gennaio 2025