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Poi mi resi conto che era solo la mia immaginazione  FESTA DEL PAPA’   (A mio padre, 19 marzo 2002)
       che mi aveva reso gli occhi grandi e trasparenti.       di Paolo Oieni
       La realtà si era travestita da menzogna.                “Salutalo per l’ultima volta”
       Forse un giorno ci incontreremo ancora, sfiorandoci, ti han detto,
       ma sarà un altro domani!                                poi te l’hanno nascosto per sempre.
                                                               E non hai potuto più litigarci,
                                                               non hai più passeggiato al suo fianco,             PIANETAUTL | DOSSIER  POESIA
                                                               e non hai più potuto aiutarlo a invecchiare,
                                                               non l’hai più visto lottare,
                                                               soffrendo e piangendo,
                                                               contro il male che vi ha mandato,
                                                               te e lui, in tempi e modi diversi,
                                                               a bussare, invano, alla porta di Dio.
                                                               Si avvicina la festa del padre
                                                               e non devi ormai più pensare
                                                               a un regalo da fare,
                                                               ma piuttosto a quelli mai fatti…
                                                               e il rimorso si affaccia fra le lacrime.
                                                               Aiutami, padre,
                                                               come hai già fatto in vita,
                                                               senza attenderti “grazie”
                                                               che non sono arrivati abbastanza;
                                                               aiutami a passare oltre a tutto,
                                                               anche a quello che non capisco,
                                                               senza fermarmi troppo a pensare;
                                                               aiutami ad arrivare in fondo
                                                               fino ad incontrarti di nuovo…
                                                               allora ti dirò com’è andata
                                                               e potrò finalmente dirti quel “grazie”
                                                               troppe volte pensato e mai detto.
       CROCIFISSO
       di Mara Nardo                                           SAHARA
                                                               di Lucia Doz
       Legno millenario che porti del profetico
       l’umano corpo.                                          Vento del Sud
       Nel volto atroci spasmi, gonfio il collo,               brinato d’oro e caldo
       il gozzo.                                               di tuareg  la nenia del deserto porti
       Le membra tese nello sforzo.                            e polvere di stelle a chi sa ancora sognare
       Agonia.

       Sposti lo sguardo e, senza tormento
       Quel viso ritrovi.
       Il trapasso ha lasciato al terreno il buio,
       serenità, gloria eterna ora vedi.


       Medesimo volto,
       unicità stravolgente.
       Immenso patrimonio.
       Misticamente l’intelletto gioisce.


       (Poesia scritta dopo aver visto lo straordinario Cristo
       nella Chiesa di S. Domenico a Chioggia)




            Gennaio 2025                                                                                         17
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