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ti, dai papi, dai francesi, dagli inglesi … Posse-
            dere un’opera del Canova era simbolo di distin-
            zione,  di  grandezza.  Il  suo  atelier  romano  era
            una meta irrinunciabile per tutti i viaggiatori in-
            ternazionali del Grand Tour.
            In una delle sale, attrae la scultura della giovane                                                   PIANETAUTL | FUORI LE MURA
            principessa  austriaca  Leopoldina  Esterhazy-
            Lechtenstein, intenta a dipingere un paesaggio
            fluviale, che poi, come ci viene raccontato, fu re-
            galato allo stesso scultore; opera di grande fat-
            tura,  modernità,  leggerezza,  movimento  ed
            equilibrio.





















                                                             bero a dire alcuni critici dell’arte, nella sua nudi-
                                                             tà, seppure eroica, come Marte pacificatore. Una
                                                             raffigurazione che celebra il grande stratega se-
                                                             condo i concetti del bello e dell’eroico canoviano e
                                                             non secondo i canoni celebrativi ed epici deside-
                                                             rati dall’imperatore che non apprezzò la statua
                                                             e la relegò nei depositi del Louvre.
                                                             Non meno coinvolgente la Maddalena giacen-
                                                             te che lascia trasparire dal marmo tutta la sua
                                                             umanità,  un’opera  recuperata  di  recente  ed
                                                             esposta per la prima volta in una mostra.
             Leopoldina Esterhazy-Lechtenstein, 1810         Altre opere evidenziano dei chiodini in ferro e ci

            Buono il suo rapporto con lo Stato della Chiesa.
            Tra i vari busti esposti ci si sofferma ad osser-
            vare quello di Pio VII, un papa molto importante
            per la carriera artistica del Canova e per gli in-
            carichi di rilievo a lui conferiti.
            Il nostro sguardo si posa poi su alcuni busti fem-
            minili dai cui volti emergono dignità, armonia,
            grazia e bellezza, come quello che ritrae Paoli-
            na Bonaparte.
            Napoleone stesso si accorse ben presto dell’ im-
            portanza  dell’arte  canoviana  quale  strumento
            di  divulgazione  dello  splendore  e  della  gran- viene illustrata la tecnica utilizzata da Canova: si
            dezza della Francia e gli commissionò una scul- partiva dal disegno, seguito da un bozzetto in
            tura che lo ritraesse nel suo potere e grandezza.  creta e poi dal modello in gesso in grandezza
            Canova fece pertanto una scultura monumen- naturale.  Nei  gessi  venivano  fissati  dei  piccoli
            tale che rappresentò il grande Corso, come eb- chiodi, che servivano ai collaboratori di Canova


            Settembre  2023                                                                                      21
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