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Il professore
Nella mia aula, un giorno di metà febbraio, mi trovai a parlare di poesia.
“Musica in parole”. Ben distante, pensavo, da me, pragmatico professore
di matematica, mente dai solchi rigorosamente allineati senza fantasia.
Ma in quella tarda mattinata, sole freddo e cielo terso, mi scoprii a
contemplare dalla finestra una manciata di coriandoli, breve strada
luminosa nel cortile.
I pensieri divennero ricordi lontani, sogni dimenticati: un bambino chino
sul selciato a tracciare con un gessetto il futuro.
Guardai i ragazzi che seguivano annoiati la mia arida lezione, sorrisi, e
dissi: “Tutto ci parla e in ogni cosa troviamo un significato, una storia.
Lasciamoci attraversare dalle emozioni: siamo un’onda spinta avanti e
riportata indietro. Il nostro mondo, la nostra vita grondano poesia. Il
compito di oggi sarà trovarla.”
I ragazzi mi guardarono: avevo la loro allibita attenzione.
Leggera, una speranza di cambiamento si affacciava, un nuovo modo per
conoscere e capire.
Rêverie di Claude Debussy
Immagini
Il lago, lievi increspature qui e là e l’acqua che lambisce i sassi della riva,
li muove appena, nel lieve suono del loro rotolare.
Silenziosa, una bambina accucciata osserva.
La madre la guarda, come sé stessa: antiche le sensazioni, nella ferma
lentezza innaturale del paesaggio…
Un brivido improvviso per un passato non trascorso, promesse mancate di
una nuova vita sempre in attesa.
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