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MANUELA RIGHI
Pensieri
La stazioncina faceva scendere quasi direttamente tra gli ulivi e i finestrini
del treno parevano occhi aperti alla natura circostante. Però, insieme, chi
era fuori e vedeva sfrecciare ogni sera i vagoni illuminati dalla luce
artificiale, vi scorgeva, fantasticando, teste chine a leggere o divagate in
chiacchiere con i vicini o al telefono con chi li aspetta a casa… Così
ripensava ai viaggiatori stanchi dopo una giornata lontano da casa, alla
loro ansia di mangiare qualcosa di buono e di caldo, tra voci e giochi di
bimbi e con l’amore e le confidenze di compagni, mogli, mariti.
Il coraggio
Nella mia aula, un giorno di metà febbraio, mi trovai a parlare di poesia.
Davanti a me tanti occhi, specchio di diversi pensieri e stati d’animo.
Non mi meravigliavo più.
Incominciai ad insegnare lettere molto giovane e ogni anno, per breve
tempo, lasciavo che la poesia mi accompagnasse tra gli studenti, troppo
spesso distratti.
Al perché non trovavo risposta, ma soltanto coraggio.
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