Page 20 - Corso-A-Nasti-racconti
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MARA NARDO
Un giallo
Camminava adagio guardandosi attorno nella calle ancora bruna per
l’acqua alta.
Si fermò davanti al portone grigiastro, ed entrò. Le stanze a piano terra
portavano i segni delle maree: bolle di salsedine gonfiavano gli intonaci in
bagno fino allo specchio.
Controllò ogni dettaglio del miniappartamento della giovane: il piano della
scrivania scompariva tra buste, fogli scarabocchiati con o senza
intestazione, elastici, piantine grasse, occhiali, computer….
Rimase il rebus del semi anonimato della studentessa universitaria
aggredita con l’acido, iscritta con il cognome della madre pur essendo
l’unica figlia legittima di un noto industriale. Il buio entrò nella stanza a
perdere forse senza ritorno l’immagine oltraggiata della fanciulla.
Imbrunire
La stazioncina faceva scendere quasi direttamente tra gli ulivi.
Il profumo di terra penetrava dai finestrini e riportava alle feste in
masseria dal
Barba, dopo
l’ultima raccolta
annuale.
All’imbrunire
tavoloni e
panche
scendevano dal
granaio e le
donne, i capelli
racchiusi nei
fazzolettoni, si
alternavano ai
fuochi; la brezza
marina a folate
regolari
rinfrescava loro la fronte, mentre, giocosi, i ragazzini nello spiazzo
rincorrevano le oche starnazzanti, un poco disturbando Leone, il rossastro
pigro felino ronfante di zia Rosalia sulla panchina sotto il leccio, suo
storico trono.
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