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Pertanto se si eliminava la proprietà priva-
ta, si sarebbe eliminato il male dalle socie-
tà, se tutto fosse diventato bene comune e
proprietà collettiva il mondo sarebbe stato
migliore e più giusto. Nessuna equità nella
distribuzione dei beni e nell’organizzazio- PIANETAUTL | CULTURA E VITA
ne della vita umana è possibile senza
l’abolizione della proprietà privata, secon-
do gli utopisti. Solo un’equa spartizione
dei beni e ripartizione delle ricchezze può
costruire una società più uguale. Le leggi,
pertanto, si devono fondare sull’interesse
comune, su un’economia basata sul comu-
ne possesso dei beni, con empori collettivi
e con un’economia statale che distribuisce
dei beni secondo i bisogni delle famiglie.
Basterebbe bandire l’uso e la cupidigia del
denaro per eliminare tutte le nefandezze
della società: furti, rapine, truffe, omicidi,
avvelenamenti. Il denaro oltre che i metalli
preziosi, per i nostri scrittori, sono la causa
di tutti i mali del mondo.
E così tutto è messo in comune, eliminata
la proprietà si elimina la volontà di accu-
mulare beni e resta solo l’amore per la co-
munità che diventa il valore supremo di
ognuno. Vi è sempre concordia, tutti si
amano e si aiutano ed è lo stato che deve Ma ciò che è evidente è che il confine tra
provvedere ai bisogni dei singoli e della utopia e distopia è labile e sfumato. Infat-
collettività. L’egoismo doveva sublimarsi ti se si anela ad un mondo fatto di costu-
nell’amore per la collettività. E ogni impo- mi pacifici, senza guerre, senza l’idea
sizione non sarebbe stata vista come tale dell’homo homini lupus, cioè se vogliamo
ma accolta e condivisa come strumento eliminare la guerra di tutti contro tutti in
per garantire la felicità collettiva, cedendo nome di un mondo giusto, equo e di
la volontà individuale ad una volontà col- pace, dovremo sottometterci alle leggi in
lettiva, garante della giustizia tra gli uomi- vista del bene comune. Si rinuncia agli
ni. istinti primari, si frenano le pulsioni noci-
La comunanza dei beni li rende ricchi e po- ve alla collettività. Pace, giustizia e ugua-
veri allo stesso tempo: ricchi perché tutti glianza sono beni supremi che presup-
possiedono ogni cosa, poveri perché si pongono l’eliminazione della proprietà
servono dei beni materiali e non ne diven- privata e il possesso dei beni e di qualun-
tano servi o schiavi. La procreazione, inol- que forma di egoismo! Pertanto per rea-
tre, non è una faccenda privata ma un’atti- lizzare una felicità collettiva si esclude
vità di pubblica utilità, una sorta di euge- ogni libertà individuale, ogni libertà di
netica, sottoposta a regole rigide. Le don- coscienza, ogni esercizio del libero arbi-
ne sono in comune, i figli sono di tutti, al- trio.
levati dalla comunità, i pasti vengono con-
sumati in comune, gli abiti tutti uguali e le Ecco, quindi, che questa utopia si rove-
cariche politiche sono a rotazione come scia nel suo contrario: se il valore supre-
del resto anche i lavori agricoli. Lo stato è mo è l’interesse e la felicità comune e del-
quindi sì un’entità suprema ma che ha la collettività, in nome di essa si deve sa-
come fine ultimo la felicità dei suoi cittadi- crificare la propria libertà individuale e la
ni e il benessere dei suoi abitanti. propria capacità di autodeterminazione.
Aprile 2024 15