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Il mio Puccini




                                                                                                di Lucia Doz



                e note biografiche dicono che Giacomo                                                           PIANETAUTL | CULTURA E VITA
                Antonio  Domenico  Michele  Secondo
          L Maria  Puccini,  nasce  a  Lucca  il  22  di-
          cembre 1858, figlio di Michele Puccini e Albi-
          na Magi.
          A cinque anni rimane orfano di padre e la ma-
          dre si trova a crescere da sola e in ristrettezze
          economiche i sette figli di cui 5 femmine dai
          nomi  assai  originali,  Odilia,  Tomaide,  Iginia,
          Nitteti e Ramelde; Albina è donna ancora gio-
          vane e di gran carattere e riuscirà a dare loro
          un’istruzione e una posizione sociale adegua-
          te.
          Era nelle aspettative di tutti che il piccolo Gia-
          como seguisse le orme del padre, del nonno,
          del bisnonno e lui apparteneva alla quinta ge-
          nerazione  di  una  dinastia  di  organisti  che
          sempre avevano prestato i loro servigi alla cit-
          tà di Lucca, ma il piccolo si rivela monello, in-
          disciplinato, pigro, bighellona con i compagni
          dedicandosi alla caccia agli uccelli e non rivela
          gran disposizione per questa carriera.
          Affidato  alle  cure  dello  zio  materno,  riesce
          solo a sfinirlo e deluderlo tanto che questi lo
          restituisce alla madre dicendo che è un “falen-
                                                             Giacomo Puccini foto di Mario Nunes Vais
          to”, cioè un fannullone privo di qualsiasi talen-
          to.
          La madre Albina, che ha per lui un amore spe-    vederla. Puccini ha 18 anni e ne viene molto
          ciale, una fede assoluta nel suo talento e un    impressionato,  ma  soprattutto  questa  espe-
          carattere energico e deciso, lo spedisce a un    rienza gli rivela la direzione che il suo talento
          altro maestro, un certo Angeloni, dai metodi     sta inconsapevolmente prendendo.
          di  insegnamento  più  morbidi  e  più  adatti  a   Capisce che deve allontanarsi da Lucca, città
          stimolare il ragazzo e lo prepara musicalmen-    provinciale, troppo legata alle tradizioni orga-
          te per quello che deve fare, ovvero ricoprire    nistiche e guardare a Milano, la mecca del te-
          l’incarico che era stato di suo padre.           atro musicale italiano.
          Diventato fanciullo cantore, a 14 anni comin-    Passano  4  anni  prima  di  poter  accedere  al
          cia a suonare l’organo durante le funzioni reli-  Conservatorio di Milano, ma intanto il giova-
          giose, ma il suo temperamento è fortemente       ne  Giacomo  si  sente  ora  spronato  ad  impe-
          vitale, poco ispirato dall’incenso delle chiese   gnarsi  molto  e  acquisire  le  competenze  ne-
          dove si diverte a inserire brani d’opera nella   cessarie per poter procedere con gli studi.
          cosiddetta  marcia,  il  pezzo  liturgico  che  ac-  Viene ammesso al Conservatorio ed ha come
          compagnava i fedeli fuori dalla chiesa, tanto    insegnanti Antonio Bazzini, violinista virtuoso
          da  provocare  le  lamentele  della  sorella  più   e  docente  di  composizione  e  Amilcare  Pon-
          grande Iginia che avrebbe preso da lì a poco i   chielli, operista, che dimostra verso il giovane
          veli come Suor Giulia Enrichetta.                Puccini un affetto paterno e lo stimola a se-
          Poi  una  folgorazione:  l’Aida  rappresentata  a   guire la sua strada.
          Pisa l’11 marzo 1876 e la decisione di andare a   Comincia così l’avventura milanese in cui Puc-

          Aprile 2024                                                                                          19
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