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chio che pian piano, dallo sfondo marrone scuro  relazione tra loro e sostiene giovani artisti italia-
          del quadro, scova un mazzo assurdo di oggetti.   ni che operano a Venezia. Di Emilio Vedova pos-
                                                           siamo ammirare un Plurimo del 1964 (a sinistra):     PIANETAUTL
          La terza sezione evidenzia come la lezione di l’artista stacca il quadro dalla parete e lo distri-
          Kandinsky estenda i suoi effetti fino al dibattito  buisce nello spazio come un insieme di elemen-    |
          artistico che caratterizza il Secondo Dopoguer- ti separati eppure connessi a formare “nuclei di
          ra. La ricerca dell'artista supera la forma e si con- energia attiva” dove il pubblico non si può limi-  FUORI
          centra sul gesto, l'azione. Nasce così un'espe-  tare allo sguardo, ma è sollecitato a impegnare
          rienza che assume denominazioni diverse nei anche il proprio corpo. Vedova usa un linguag-            LE
          diversi stati: Informale, Action painting, Espres-  gio informale fatto di gesto e colore vivo, e nella
          sionismo astratto, ecc.                          sua arte vede anche uno strumento di lotta a fa-     MURA”
          Nella sala opere di Ben Nicholson, Giuseppe vore dei diritti dei più deboli.
          Santomaso, Emilio Vedova segnalano una rete
          di relazioni frutto delle straordinarie esposizioni Nell’ultima sezione, la ricerca spazialista di
          della Biennale nell'immediato post fine conflitto Mario Deluigi con il grattage nel quadro GG
          mondiale (dove si vuole recuperare l'esclusione 105 (1961) (in basso), mostra ai soci di UTL
          dell'arte italiana dal dibattito artistico interna- come la tecnica del graffio su tela colorata
          zionale, avvenuto in Europa a ridosso della Se- possa dare l'illusione di uno spazio tridimen-
          conda Guerra Mondiale) e della presenza a Ve-    sionale, mentre il Minimalismo di Julia Man-
          nezia di una grande Signora dell'arte del Nove- gold, con le sue sculture di semplici forme di
          cento come Peggy Guggenheim, che mette in        acciaio cerato nero, riduce il tutto all'essenzia-
                                                           le.
                                                           Proprio con le opere del Minimalismo il viag-
                                                           gio dell’UTL nell’evoluzione dell’arte astratta
                                                           trova una vivace conclusione fatta di confron-
                                                           ti, idee, emozioni scambiate tra i soci.





























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           Chiara Muzio è professionista nel settore dei Beni Culturali, Educatore Museale che opera nelle
          sezioni Educational di importanti istituzioni come Fondazione Musei Civici di Venezia, Società
          Cooperativa CoopCulture.Vanta numerose collaborazioni con ludoteche, dove tiene ateliers d'arte
          esperienziali per i più piccoli. Supervisor dei Kid's Club di importanti Resort 5 stelle a Venezia.
          Laurea Specialistica in Storia delle Arti e Conservazione dei Beni Artistici all'Università Ca' Foscari di
          Venezia. Perfezionata con corsi professionalizzanti in ambito del Design d'interni, ha lavorato come
          designer in aziende d'arredamento.

          2  Fondazione dei Musei Civici di Venezia.



          Marzo 2023                                                                                           15
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