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Nello smarrimento dell’uomo del ‘500 il tema oppone alla fredda realtà, animato da nobili
dell’errare (cavaliere errante), nella duplice slanci ideali: viene ripetutamente sconfitto,
accezione di errare, zigzagare e sbagliare, ci ma continuamente si rialza e riprende una
imprigiona nella complessità del reale e nella nuova avventura, sempre accompagnato dal
coscienza della precarietà di tutte le cose e fedele Sancio, suo alter ego. Ma lo slancio
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della condizione umana. ideale si infrange contro la realtà, inseguendo
Orlando, da valoroso paladino di Carlo Ma- valori di giustizia e di libertà. È quindi un per-
gno che combatte in difesa della cristianità sonaggio rinchiuso in una condizione di soli-
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contro il nemico saraceno, da miles christi del- tudine e di incomunicabilità, è avulso dal rea-
la tradizione medievale, perde il senno per le, estraneo rispetto al mondo. Ma non rinun-
amore, in una prospettiva tutta terrena, da ciatario. E’ il vero saggio, quello che crede an-
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cui è completamente esclusa qualunque di- cora nei valori di un mondo che non c’è. E gra-
mensione religiosa e spirituale. Segno della zie alla tecnica del rovesciamento sviluppa
fine del medioevo e della cultura tutta umana una denuncia del mondo come è e come non
e immanente del rinascimento. Ed è così che vogliamo che sia e idealizza un mondo come
ci imbattiamo nella follia come perdita della vorremmo che fosse.
ragione. Ma per quali ragioni gli umani smar-
riscono il loro senno che si ricovera tutto nella
luna? È a questo punto che Ariosto sciorina la
molteplicità dei mali dell’uomo che smarrisce
la via della ragione, rincorrendo cose effimere
quali ambizioni e successo, ricchezze, fama,
bellezza, in una vana e inconsistente ricerca
di ciò che è effimero. È la condizione esisten-
ziale: seguire desideri vani, ingannevoli, ca-
duchi e, proprio perché effimeri, destinati a
perdersi. Aspirazioni illusorie che spesso si ri-
velano anche delusorie. E così tutto quello
che gli uomini perdono sulla terra, si ricovera
sulla luna. Ariosto, quindi, ha una coscienza Amleto è un finto pazzo, depositario della ve-
lucida dell’esistenza ed ha il coraggio di guar- rità che cercherà di svelare progressivamente
dare in faccia la realtà. grazie all’espediente della finta follia. Shake-
“L’unica cosa che non si trova sulla luna è la speare esplora le debolezze degli uomini, di
follia perché è tutta sulla terra.” cui la pazzia costituisce la metafora più signi-
ficativa, una malattia latente che si annida nel
fondo oscuro dell’irrazionalità comune a tutti
gli uomini. Ma altre patologie affliggono Am-
leto: un complesso edipico irrisolto, la malin-
conia, il malessere esistenziale, l’angoscia in-
teriore, l’alienazione dalla realtà, l’incapacità
di accettare la corruzione del mondo (c’è del
marcio in Danimarca), l’incomunicabilità, l’in-
capacità di entrare in relazione col mondo e
l’impotenza a modificare l’ordine delle cose.
Personaggio scisso, un inetto, un antieroe, o
Don Chisciotte, a sua volta, crede fermamen- l’eroe del dubbio. E la follia diventa uno stru-
te di combattere per il bene e la giustizia in mento di inchiesta, di disvelamento, in cui i
un mondo che invece non ha alcun bisogno punti di vista si moltiplicano per mettere a
di lui. Lui è un visionario, grande metafora nudo la colpevolezza dello zio, svelando la
della lotta “del reale contro l'ideale”, antie- violazione dell’ordine costituito e le verità
roe folle, emarginato, solo, in un mondo pro- più nascoste. Anche lui è il massimo della
saico e materialista che ha smarrito i valori. saggezza nella sua lucida follia in quanto è
Ridicolizzato, ma al tempo stesso eroe che si l’unico che ha svelato sia il male ontologico
18 Marzo 2023