Page 7 - Corso-B-Nasti-racconti
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Il vagabondo
La musica ricominciava con uno strano personaggio che vagabondava
tranquillo da un capo all’altro della piazza. Una folta barba grigia gli
copriva il volto e si univa ai capelli sormontati da un buffo cappello rosso
con una piuma. Indossava un cappotto a quadri, larghi pantaloni con una
toppa e pesanti scarponi. In mano teneva un prezioso bastone in radica
con l’impugnatura in alabastro. Si fermò in un angolo accanto al suo
vecchio registratore ed iniziò a canticchiare una filastrocca roteando con
abilità il bastone. Mi avvicinai, somigliava a Fabio, non lo vedevo da anni.
Quando incrociai il suo sguardo felice e malinconico, mi sorrise ed io lo
riconobbi. Lo fissai, per dirgli qualcosa ma non parlai. La musica divenne
sempre più flebile, poi cessò ed egli svanì. Aprii gli occhi, sola nella mia
stanza. Quella musica la sentivo ancora, ma era il suono ininterrotto della
sveglia.
Barena
In sella alla bicicletta, Lino esplorava
quel luogo, dove il naviglio diventava
barena, a trovare i cippi posti dalla
Serenissima al confine tra Mira e
Venezia. Proseguì a piedi sul terreno
morbido oltre alla spiaggetta dove
un vecchio cercava molluschi. Dopo
qualche passo, spostando dei
cespugli, la terra cedette ed il piede
sprofondò fino al ginocchio in un
fango nero e nauseabondo. Una
forza gli inghiottì anche l’altra
gamba. Vano ogni tentativo per
uscire, affondava sempre più. Sotto
il sole di luglio il sudore gli colava
dalla fronte, gli occhi bruciavano,
sentiva la bocca sempre più secca,
insetti gli ronzavano intorno
pungendogli il volto. Urlò, urlò, urlò,
poi si abbandonò al torpore. Sognò
braccia forti che lo salvavano dal
fango. Si sentì scuotere, aprì gli
occhi: un volto rugoso sotto a un
cappello di paglia. Il vecchio della
spiaggetta gli sorrideva.
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