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PIANETAUTL | ATTUALITA’


























               Scultura floreale ispirata ai disegni di Frédéric Back, a Montréal


               [...] Mi parve di scorgere in lontananza una piccola sagoma nera, in piedi. La presi per il tronco d'un
               albero solitario. A ogni modo mi avvicinai. Era un pastore. Una trentina di pecore sdraiate sulla terra
               cocente si riposavano accanto a lui. Mi fece bere dalla sua borraccia e, poco più tardi, mi portò nel
               suo ovile, in una ondulazione del pianoro. Tirava su l'acqua, ottima, da un foro naturale, molto pro-
               fondo, al di sopra del quale aveva installato un rudimentale verricello. Era una presenza insolita in
               quella regione spogliata di tutto. Non abitava in una capanna ma in una vera casa di pietra, ed era
               evidente come il suo lavoro personale avesse rappezzato la rovina che aveva trovato al suo arrivo. [...]


               […] Divise con me la minestra. Era rimasto subito inteso che avrei passato la notte da lui; il villaggio
               più vicino era a più di un giorno e mezzo di cammino. [...]

               [...] Dopo la cena, il pastore prese un sacco e rovesciò sul tavolo un mucchio di ghiande. Si mise a
               esaminarle l'una dopo l'altra con grande attenzione, separando le buone dalle guaste. Quando
               ebbe messo dalla parte delle buone un mucchio abbastanza grosso di ghiande, le divise in muc-
               chietti da dieci. Così facendo, eliminò ancora i frutti piccoli o quelli leggermente screpolati. Quan-
               do infine ebbe davanti a sé cento ghiande perfette, si fermò e andammo a dormire. [...]


               [...]  L’indomani  il  pastore  portò  al  pascolo  il  suo  gregge.  Prima  di  uscire,  bagnò  in  un  secchio
               d'acqua il sacco in cui aveva messo le ghiande meticolosamente scelte e contate. Notai che in guisa
               di bastone portava un'asta di ferro della grossezza di un pollice e lunga un metro e mezzo. Arrivato
               dove desiderava, cominciò a piantare la sua asta di ferro in terra. Faceva così un buco nel quale
               depositava una ghianda, dopo di che turava di nuovo il buco. Piantava querce. Piantò così le cento
               ghiande con estrema cura. [...]


               [...] Da tre anni piantava alberi in quella solitudine. Ne aveva piantati centomila. Di centomila, ne

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