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le con un commento. Troviamo citato spesso oltre al ruolo di maternage già citato: tutte mo-
anche il lavoro dell'Associazione “rEsistenze”, dalità che sono la manifestazione della propria
fondata da Maria Teresa Sega, che raccoglie le emancipazione dal ruolo tradizionale femmini-
testimonianze delle partigiane che hanno ope- le.
rato nel Veneto. PIANETAUTL | ATTUALITA’
Quando Anita Malavasi, nome di battaglia Laila,
entra nelle brigate Garibaldi come staffetta, per
prima cosa le dicono: "tu non sei un uomo, né una
donna, sei un partigiano" (p.129)
Anche Elena Bassi, in un'intervista del 1995, mi
confidava:
Poi mi chiamavano "tenente Silvio"…l'ho scoperto
facendo i verbali, perché quel tenente sapeva le
cose che io sapevo.. 1
Le ragazze, impegnate nelle bande, erano gio-
vani, come i loro compagni di lotta, e quindi vi-
vevano anche momenti di spensieratezza, di
trasgressione, di ingenua felicità. I capitoli titola-
ti "Carnevale", "Curare non è servire", "Si faceva
l'amore" raccontano di una sfrenata voglia di vi-
vere anche in mezzo alla guerra.
"Alla sera ci trovavamo magari a bivaccare intor-
no a due ciocchi accesi e a cantare come matti"
racconta Trottolina Tersilla Fenoglio. "Abbiamo
passato giorni meravigliosi, con tutti i paesi intor-
no occupati - erano alla Badia nella valle del Bem-
In questa foto si riassumono bene i molteplici ruoli bo, tra le colline dolcissime del basso Piemonte - E
svolti dalle donne protagoniste della storia resisten- noi laggiù a cantare! Dio che teste! Eravamo degli
ziale, p. 159. scervellati", dice, ma lo dice ancora ridendo
(p.162).
Benedetta Tobagi inizia coll'indagare su "La
scelta" e le "Radici" in cui affondano le azioni Poi, però, si rivela l'aspetto tragico della guerra:
delle protagoniste. nei capitoli: "Paura", "Carcere", "Torture", "Morire
da vive" le donne diventano un'arma da usare
Mentre le militanti della sinistra si riallacciano alle contro il nemico attraverso le umiliazioni, le vio-
lotte dei decenni precedenti, molte altre donne, lenze, gli stupri raccontati con difficoltà, tra i
cattoliche soprattutto, fino ad allora estranee alla molti non detto, silenzi, vergogne. Infatti, molte
politica, sono spinte a prendere posizione e a par- narrazioni emergono solo dopo molto tempo.
tecipare attivamente alla Resistenza dall'orrore
per la guerra, dal bisogno di fare qualcosa per por- Altre volte tacciono perché il trauma è un demone
re fine alla barbarie. […] spiega Tina Anselmi, "per muto. Non ci sono parole per dirlo. E poi, finché
non sentirci corresponsabili dei massacri. Noi non lo dicono lo stupro non diventa reale. Se nes-
odiavamo la morte, ma eravamo pronte a impu- suno lo sa, possono provare a cancellarlo, a finge-
gnare le armi per avere la vita." È la "guerra alla re che non sia mai successo, tentare di lasciarsi tut-
guerra", ideale potente che animerà le organizza- to alle spalle e andare oltre. Esercitano il proprio
zioni delle donne nella Resistenza (p. 46). diritto all'oblio per far fronte alla disperazione, per
Tobagi nei capitoli successivi - "Staffette", "In 1 G. Albanese, G. Bobbo, M. Borghi, E. Carano,
banda", "Tanti modi di combattere" - descrive le Memoria Resistente, Nuovadimensione 2005 interviste
forme in cui le donne declinano la Resistenza, e testimonianze raccolte in CD-ROM, p.784
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