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ELISABETTA BISCARO
Tintinnio di conchiglie
Camminava adagio, guardandosi attorno nella calle ancora bruna per
l’acqua alta.
Finestre senza luce incombevano e in alto il sole si insinuava tra le strette
pareti. Fra tanti decori natalizi uno attirò il suo sguardo, musica e colore.
Si accostò al portone: collane di palline rosse si intrecciavano a legni di
spiagge vissute, lontane, ora ghirlanda, tra conchiglie sonore sfiorate
dalla brezza marina.
Bussò contenta.
Incontro
La stazioncina faceva scendere quasi direttamente sugli ulivi.
L’aria primaverile dipingeva ogni cosa intorno e diffondeva buonumore: si
lasciò contagiare e attese, paziente, di cogliere un particolare, di sentire
una vibrazione. L’avrebbe riconosciuta?
Forse, per il primo incontro, sarebbe stato più indicato un bel locale in
città, ma ormai era troppo tardi per cambiare programma. Spuntò un
cappello a fiori e un trolley rosa fucsia. Si avviò, deciso il passo, e le
sorrise.
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