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possono aprire i loro salotti, tutti situati nell’area do stereotipi di genere e a volte anche censure,
marciana. Esse sono abili nell’arte della socialità: riescono a farsi apprezzare per intelligenza e
sanno suscitare con garbo una conversazione cultura, al di là dell’aspetto fisico. Sposate non
che langue, dimostrano di seguire con interesse per libera scelta, ma obbligate a matrimoni
anche dissertazioni impegnate; naturalmente combinati (eccetto la Caminer, che è anche l’uni-
sono delle privilegiate rispetto alle altre donne ca di estrazione borghese), due di loro, Caterina
perché hanno una formazione culturale supe- Dolfin e Isabella Teotochi, lotteranno per otte-
riore: oltre al ricamo, alla musica e alla pittura, nere l’annullamento per vizio di forma di tale
apprendono le lingue straniere, in primis il fran- vincolo. Anche se al loro fianco ci sono “cavalieri
cese, per poter comunicare con i “foresti”, fre- serventi”, secondo l’usanza del tempo, amanti,
quentano le biblioteche, sono scrittrici, tradut- amici, protettori, le contraddistingue la fierezza
trici, interessate all’arte, alla filosofia e in qual- di poter valere per sé stesse. I loro salotti diven-
che caso anche alla scienza. Il loro protagoni- tano luoghi di incontro e scambio di opinioni
smo ispira negli intellettuali locali sentimenti sull'arte, sulla poesia, sulle ultime rappresenta-
contrastanti come ammirazione, più spesso zioni teatrali. All’insegna della più grande libertà
condiscendenza (vedi, ad esempio, il libro di F. sono loro ospiti intellettuali di diverso orienta-
Algarotti Newtonianismo per le dame) e talora mento ideologico e di differente formazione
anche misoginia, perché se è vero che la campa- culturale, purché abbiano qualcosa di interes-
gna illuministica sull’educazione femminile ha sante da dire e in modo piacevole. Per questo
influssi anche a Venezia, altrettanto vera è una motivo alcuni sono talmente ricercati che passa-
certa resistenza ad ammettere alle donne il dirit- no di salotto in salotto, tra questi: Madame De
to di pensare: “le nostre bele/ ze deventae ancuo Stael, Rossini, Chateaubriand, Scott, Foscolo.
gran Machiavele”, afferma ironicamente Angelo Caterina Dolfin, intraprendente e anticonven-
Barbaro a proposito delle “donne saccenti”. zionale nel rapporto con Andrea Tron, una delle
Caterina Dolfin, Elisabetta Caminer, Isabella Teo- figure più importanti del patriziato veneziano e
tochi, Giustina Renier e Marina Querini, superan- della Repubblica, nel suo salotto a San Zulian di-
fende le battaglie politiche del compagno. Pro-
muove la cultura, proteggendo artisti e intellet-
tuali, a volte anche scomodi. Durante tutta la
vita attribuisce grande valore all’amicizia tanto
da subire l’ispezione della sua casa per ordine
degli Inquisitori di Stato perché custodisce alcu-
ni testi di un amico libraio sottoposti a censura.
Elisabetta Caminer, figlia d’arte, è giornalista e
prima donna a dirigere un giornale, il “Giornale
enciclopedico” (poi “Nuovo giornale enciclope-
dico”) affiancata da intellettuali di notevole valo-
re quali Alberto Fortis e Giovanni Scola. Efficace
divulgatrice delle conoscenze e dei gusti euro-
pei, scrive per un pubblico prevalentemente
maschile, suscitando invidie e giudizi acrimo-
niosi, ma sapendo sempre controbattere sulla
pagina stampata. Il suo salotto in Contrà Canove
a Vicenza, dove si è trasferita da Venezia dopo il
matrimonio, è una fucina di idee, una seconda
redazione.
Isabella Teotochi, greca di nascita ma veneziana
di adozione, nel suo salotto “alla francese, euro-
peo”, prima in calle delle Balote, poi al ponte dei
Bareteri e infine a Ca’ Albrizzi e nella splendida
villa a San Trovaso lungo il Terraglio, accoglie tra
i numerosi intellettuali Pindemonte e il giovane
Isabella Teotochi di Élisabeth Vigée Le Brun Foscolo e favorisce la conoscenza del neoclassi-