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Nel blu dipinto di blu
di Lucia Doz
ra una bella giornata di primavera, l’aria che ora di sonno. Noi bambini eravamo galva-
frizzante e nuvole che scorrazzavano nel nizzati dal viaggio, ma presi dalla stanchezza
E cielo. per gli orari non consueti, ci addormentavamo
Mia madre, dopo aver sistemato casa e marito, senza problemi uno adagiato all’altro, cullati dal
ci attendeva per andare alla stazione dove rumore delle rotaie sui binari. Mia madre invece
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avrebbe preso il treno per Roma. rimaneva sveglia per tutta la notte, magari
Era leggermente in agitazione per timore di arri- chiacchierando sommessamente con qualche
vare in ritardo ma abituati alla sua ansia cercam- passeggero che non riusciva a dormire. Poi
mo di sorvolare sulle solite domande e racco- l’alba cominciava a schiarire il cielo e la vita cor-
mandazioni. reva incontro al finestrino appannato dal nostro
Non era la prima volta che affrontava il viaggio; fiato.
ricordo ancora quando andavamo in visita dai Verso le 8.00 di mattina il treno con un fischio
nonni a Roma viaggiando di notte per poter annunciava l’arrivo a Roma e noi assonnati e
avere una giornata in più a disposizione. affamati, sotto il vigile sguardo di mia madre
A quel tempo c’erano gli scompartimenti che che raccoglieva bagagli e bambini al seguito, re-
avevano un odore particolare fatto di cibo, di clamavamo a gran voce e con allegra insistenza
aliti, di aria viziata in cui persone totalmente la colazione a base di maritozzi con la panna. A
sconosciute si trovavano a condividere spazi ri- quei tempi andare al bar era una eccezione, ma
stretti. Si chiudeva la porta a scomparto, si tira- in quel caso ci spettava.
vano le tendine oscuranti lasciando solo le luci Ero ancora sull’onda dei ricordi infantili quando
notturne che creavano un’atmosfera sospesa e sentii mia madre richiamarmi all’ordine. “Quan-
si cercava di affrontare la notte rubando qual- do arriva tuo fratello?”
28 Settembre 2023