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E tu che nonna sei?



                                                                                           di Maria Marchegiani   PIANETAUTL



                                                                                                                  |



                    ualche anno fa è nato il mio primo nipote. Quando a scuola, dove ancora lavoravo, annun-      DOSSIER:
                    ciai il gaudium magnum, un mio collega, con fare un po’galante e molto scherzoso, mi dis-
            Q se: - Le nonne di oggi non sono più quelle di una volta!                                            ”LA
            Ma come erano, in confronto a quelle di oggi, le nonne di un tempo? Io non ho conosciuto i miei
            nonni, alla mia nascita, anni ’50 del secolo scorso, erano già morti, così mi guardavo intorno nel
            piccolo paese del centro Italia dove vivevo, e osservavo le nonne delle mie amiche, vestite di nero,
            un po’ ricurve sotto il peso degli anni e delle fatiche passate, ma che nel racconto delle nipotine   NONINITUDINE”
            diventavano miniere di storie e di tenerezze.
            L’immagine dei nonni era inoltre alimentata dalle storie che leggevo, dove venivano presentati
            sempre dolci, affettuosi e nello stesso tempo fragili, un po’malati, spesso economicamente dipen-
            denti dai figli. Un racconto di Tolstoj, presente in tutti i libri delle scuole elementari, mi aveva colpi-
            to in particolare, narrava di un vecchio nonno, ospitato nella famiglia del figlio, che veniva allonta-
            nato dalla tavola perché“quando mangiava faceva la bava”. Ma poi nel racconto ci sarà un’inaspet-
            tata e saggia conclusione.(1)
            Fortunatamente però nel mio immaginario c’era anche nonna Papera, indipendente, tenerissima
            con i suoi nipotini e risoluta con zio Paperone, brava a fare torte e spericolata alla guida della sua
            piccola auto… ma viveva in America, troppo lontana dalla realtà del piccolo paese in cui vivevo.


            E oggi, come sono i nonni? Si può osservare una varietà infinita di modelli:



            Nonne e nonni con la valigia

            Molti dei nostri figli sempre più spesso trovano check in, overbooking… Termini, un tempo in-
            lavoro all’estero (le nostre scuole e università consueti, sono divenuti ormai quotidiani.
            preparano giovani talentuosi che però poi de- E il cuore si prepara per tempo agli attesi incon-
            vono spendere la loro preparazione lontano da tri, la valigia piena di buoni cibi italiani, il caffè,
            casa), e lì si innamorano e decidono di restare e quello che tira su, il parmigiano, la pasta che
            formare nuove famiglie. Nel giro delle mie ami- non scuoce, e vestitini belli come solo quelli ita-
            che e familiari ci sono nipotini a Amsterdam, Co- liani possono essere. Poi l’incontro in aeroporto,
            penaghen, Porto, Dublino, Il Cairo, Londra, Vien- tra le tante lingue che si sovrappongono, chia-
            na, Berlino…                                     rissimo risuona: - Nonna!
            I nonni hanno così imparato a volare, le distanze La gioia è assoluta.
            non fanno più paura. Prenotazioni on line,



            Nonne e nonni che“navigano”


            Il Covid, arrivato all’improvviso e in modo deva- nologia pur di restare accanto ai nostri nipoti.
            stante, ci ha colpito anche come nonni, bloccati Siamo diventati NAD, nonni a distanza!
            i trasporti, chiusi nelle nostre case, lontani dai  La gioia dell’incontro è rimasta la stessa.
            nostri nipotini. Non ci siamo persi d’animo, ab-
            biamo imparato a“navigare”!
            Video chiamate, Whatsapp, Skype, piattaforme
            Zoom e Jitsi Meet… Abbiamo fatto bagni di tec-


            Dicembre 2022                                                                                        13
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