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terizzano il nostro tempo, producono anche peri-
                                                                 colosi fenomeni di alienazione dell’uomo dal suo
                                                                 agire, dal suo tempo, dal suo spazio, dal suo mon-
                                                                 do. E una distorsione profonda dei modi in cui il
                                                                 soggetto si colloca nel contesto circostante. Nel
          PIANETAUTL
                                                                 nostro tempo globalizzato e digitalizzato, vici-
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                                                                 nanza spaziale e rilevanza sociale non sono più
                                                                 collegate, anche con le persone che ci sono più
                                                                 care possiamo avere rapporti a grande distanza.
                                                                 Il palcoscenico spaziale delle nostre relazioni è
          CULTURA
                                                                 completamente mutato. Per essere in intimità
          E
                                                                 con un certo spazio occorre del tempo e una sta-
                                                                 bilitàchesonosemprepiùrari,l’accelerazionedei
          VITA
                  Via Rosa
                                                                 movimenti, la flessibilità nel lavoro e nella resi-
                              ghiera.                            denza, la fragilità dei legami, la fluidità della no-
               Segue
                              Lo spazio quotidiano è fatto di    stra condizione quotidiana di vita, ci spingono a
               luoghi che ci sono familiari, che ci appartengono, un uso funzionale dello spazio: per installarmi in
               che magari condividiamo con alcuni, i nostri      unluogonuovodevosaperedov’èilsupermerca-
               affetti, i nostri parenti più intimi, sono spazi che ci to e la stazione della metropolitana, il resto è in-
               sono propri, perché in essi troviamo più facilmen-  differente.
               te noi stessi e la nostra esistenza.Talvolta non ab- Ciò vale anche per gli oggetti quotidiani, conser-
               biamo scelto noi i nostri spazi, e allora essi diven-  vare un elettrodomestico per decenni come ac-
               tano costrizione, prigione, sofferenza. Altre volte, cadeva un tempo, ce lo rendeva familiare, esso
               neicasimigliori,sonoiluoghicheabbiamoscelto       entravaafarpartedelnostrospazioedellanostra
               e allora in essi siamo davvero capaci di mostrare  identità, cambiarlo una volta l’anno ce lo rende
               quella parte di noi che vogliamo presentare agli un oggetto neutrale di cui devo solo conoscere il
               altri come manifestazione dei nostri obbiettivi, funzionamento. In questo senso i fenomeni di ac-
               dei nostri talenti, delle nostre scelte fortunate.  celerazione sociale producono alienazione dallo
               Inrealtàlaprimasituazioneèdigranlungaquella       spazio e dalle cose che lo determinano e che po-
               più frequente, e nella maggior parte dei casi lo trebbero costituire il nostro“sentirci a casa”.
               spazio quotidiano risulta uno spazio di disagio, Di conseguenza oggi ripensare al nostro rappor-
               soprattuttoperchivivenellegrandicittàe,volen-     to con lo spazio non è un gesto neutrale, pura-
               te o nolente, si ritrova in una strada dove abitano mente conoscitivo, ma ha in sé una valenza criti-
               migliaia di sconosciuti, in un appartamento simi- ca rispetto allo stato attuale delle cose. La filoso-
               le a infiniti altri, fra mobili comprati in un super-  fia dello spazio quotidiano serve appunto a que-
               mercato che vende gli stessi oggetti in tutto il sto scopo. Aiutarci a riconoscere i nostri spazi, a
               mondo. E allora sono spazi o troppo piccoli, o renderli più familiari e più umani.
               troppo banali, o troppo anonimi, ciò che giustifi-
               calavastapassioneperlerivistechemostranoed
               esaltano case e ville principesche, residenze inav-
               vicinabili, arredamenti firmati ed elaborati che
               ben pochi potranno poi permettersi, ma l'uomo
               comune vuole sognare, vuole immaginare altri
               spazi invece di quelli che vive realmente che non
               lo soddisfano, che non sono capaci di riempire le
               sue aspirazioni, i suoi sogni, i suoi desideri.
               D’altra parte il carattere del nostro tempo è certa-
               mente quello dell’accelerazione, tutto è diventa-
               to terribilmente veloce, spostamenti, trasforma-
               zioni, flussi di informazioni, cambiamenti, adatta-
               menti, incontri, relazioni e rotture, la nostra stessa
               vita scorre ad una velocità che apparirebbe in-
               comprensibile all’uomo antico. Ma questi straor-                                     Galleria Bargella
               dinari processi di accelerazione sociale che carat-

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