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rando la ricerca per più livelli. Più che di intelligenza parlerei di ricerca metodica portata all’estre-
mo. Il software si basava sull’evoluzione delle prime reti neurali artificiali.Nel frattempo anche la
robotica faceva passi da gigante, proponendosi come lo strumento fisico per eccellenza (hard-
ware) dove implementare una IA (software) in grado di simulare anche fisicamente il comporta-
mento umano. PIANETAUTL | ATTUALITA’
A questo punto devo affrontare il problema dal punto di vista tecnologico, perché è indispensabile
che sappiate come funziona l’IA almeno in termini generali e facilmente comprensibili.
Cominciamo dalla definizione generalmente condivisa di intelligenza artificiale: l’IA è quella parte
della scienza informatica che si propone di creare macchine che riescono ad imitare l’intelligenza
umana.
Un sottoinsieme oggi molto importante dell’IA è l’apprendimento automatico, in inglese Machine
Learning (ML), in pratica, un approccio totalmente diverso dal modello tradizionale del software.
Generalmente il software si basa su un algoritmo, cioè un insieme ben definito più o meno com-
plesso di istruzioni che in base agli input che ricevono, producono dei predefiniti output. Pensate
ad una ricetta: se seguite esattamente le istruzioni, con le giuste quantità di ingredienti otterrete
sempre il risultato desiderato. Nel mondo reale ci sta bene un forse, ma quando si tratta di com-
puter non ci sono percentuali di errore, il risultato è assicurato.
L’apprendimento automati-
co invece è tutt’altra cosa: si
parte da un modello base,
gli si chiede di auto-istruirsi
sul tipo di problema da
affrontare passandogli dei
dati, e poi gli si chiede di pro-
porre una soluzione la più
attendibile possibile. Se in-
fine gli indichiamo le valuta-
zioni delle sue risposte, il
modello sarà anche in grado
di migliorare il suo compor-
tamento apprendendo dai
suoi eventuali errori. Ovvia-
mente l’apprendimento si
basa su regole ben precise basate su valutazioni statistiche su grandi quantità di dati. In qualche
modo il risultato non è stato predefinito dal programmatore, ma è determinato da come il modello
è stato istruito e dai dati che gli sono stati forniti per istruirsi.
A questo punto vi faccio una domanda: nel software che sviluppa l’IA ci sono ancora algoritmi?
Sono sicuro che avete risposto SI, perché il modello di base è appunto costruito utilizzando algori-
tmi (molto complessi.
A parte gli scherzi, vediamo che cosa gli esperti dicono che si può fare con l’IA:
� produrre testo, ad esempio una ricerca, un riassunto, una poesia, una traduzione;
� produrre un’immagine, a partire da una iniziale e poi modificarla, oppure crearla del tutto;
� produrre un video, ad esempio far interpretare un film da un personaggio di cui vengono date
solo alcune caratteristiche;
� produrre del software, o semplicemente correggerlo o migliorarlo;
� analizzare situazioni e proporre soluzioni anche in presenza di condizioni impreviste, in svariati
campi d’azioni quali la medicina, la finanza, la sicurezza pubblica, il lavoro, lo sport, le vendite ed il
marketing, la logistica …
Dicembre 2023 5