Page 4 - Corso-A-Nasti-racconti
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MARIA ROSARIA ARIENZO

               L’amico di carta

               Camminava  adagio  guardandosi  attorno  nella  calle  ancora  bruna  per

               l’acqua  alta.  Fra  i  lastroni  lucidi,  pezzi  di  cielo  turchino  si  riflettevano
               nell’immote  pozzanghere.  Un  vento  umido  percuoteva  le  barche
               ormeggiate, scompigliava i capelli.
               3540, dipinto in rosso nell’ovale bianco; pesante, il portone in legno era
               chiuso.
               Suonò il campanello di ottone annerito, con scatto metallico l’uscio si aprì
               e l’anziana signora lo accolse illuminandosi in volto.
               Prese il libro dalle sue mani, lo accarezzò, lo annusò, lo strinse al petto.
               “Grazie”, avrò compagnia fino alla prossima settimana!”


























               Nostalgia

               La stazioncina faceva scendere quasi direttamente tra gli ulivi.
               Ci  accolsero  i  grossi  tronchi  nodosi,  i  vecchi  amici  fedeli  dalle  cangianti
               chiome argento.
               Seguii  la  mamma  che  imboccava  svelta  il  viottolo  tra  gli  alberi.  Lei
               portava dritta la pesante valigia; io, a fatica, trascinavo la borsa regali per
               i cugini.
               Un breve tragitto per la casa di famiglia, scrigno dei miei più cari ricordi

               d’infanzia.
               La nonna era nell’orto, china sui pomodori, il nastro blu del mare alle sue
               spalle  e  respirai  i  profumi  di  sugo,  di  salsedine  e  di  leggera  felicità,  da
               anni socchiusi.




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