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Viola
di Lucia Doz
ma e un destino avverso
a cui aveva saputo ri-
spondere solo con una
bottiglia di vino sempre
piena e sempre a dispo-
PIANETAUTL | RACCONTI
sizione. Diceva che in
quel modo vedeva la
vita più bella…
Livia nonostante tutto
amava quel padre fallito,
fragile, incapace di avere
rispetto di sé stesso e
anche di lei quando i
fumi dell’alcool anneb-
biavano la coscienza e
ne affossavano la digni-
tà.
essuno sapeva cosa tratteneva Livia a Allora scappava e si rifugiava sulla panchina che
guardare per ore il mare, pervasa da di fatto era diventata sua. Con il cuore gonfio,
N un’energia fatta d’azzurro e di sole che gli occhi e le orecchie pieni di ciò che non
la rendeva sorda ai rumori del mondo. avrebbe voluto vedere né sentire, si isolava e
cercava nel silenzio una voce, la nota dolce che
Amava i primi freddi, quando gli alberi rosseg- usciva dalle labbra della madre quando aspet-
giano di pudore nel perdere le foglie e l’aria si fa tava che il sonno si adagiasse sulle palpebre
umida sulla pelle. della sua piccola bambina.
Con il suo berrettone colorato e un largo paltò Lì, davanti al mare, con l’aria ruvida di salsedine,
scozzese, si sedeva sull’unica panchina scrosta- rilasciava il dolore infinito di non averla più, di
ta dagli anni e mai riverniciata e che si trovava non poterla abbracciare, di non essere più figlia.
sul piccolo piazzale panoramico fronte mare. Era in ascolto, non sapeva nemmeno lei per
quale motivo, ma un sentire profondo la indu-
Le persone ci passavano intorno, quasi intimidi- ceva a farlo.
te, sebbene Livia la occupasse solo in parte,
come se la panchina godesse di una protezione E in quel silenzio dell’anima l’aspettava perché
invisibile. solo lei aveva il potere di rasserenare i tumulti
che la scuotevano ogni qualvolta suo padre la
Livia, immobile, sembrava dimenticarsi dello cercava come un segugio cerca la preda nella
scorrere del tempo. tana.
Entrava in un’altra dimensione e il suo sguardo Nella mente annebbiata dal vino la realtà assu-
accoglieva ad ogni battito di ciglia i riflessi della meva contorni sfumati; il desiderio si mescolava
luce che si specchiavano sul mare. al rimpianto di un amore finito, la dignità di un
tempo lasciava il posto alla disillusione e il ri-
La ragazza viveva con il padre, uomo afflitto da spetto di sé stesso si era trasformato in un vive-
tante piccole infelicità causate da bassa autosti- re trasandato e brutale. L’unica nota dolce era la
38 Aprile 2024