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F. Morosini“Il Peloponnesiaco” PIANETAUTL
di Guido Ercole
iglio di Piero e Maria Morosini (una cugi- |
na del padre), nacque a Venezia il 26 feb-
F braio 1619. Apparteneva alla famiglia dei CULTURA
Morosini “della banda” di Campo S. Marina, so-
prannominati “sguardolini” perché erano tutti E
rossi di capelli. VITA
La sua vita venne sconvolta in tenerissima età
dalla morte della madre, annegata nel tentativo
di salvare il marito caduto in acqua. Il padre, che
venne tratto in salvo in tempo e rimasto vedovo
ancora giovane, si risposò dopo poco tempo
con un’altra nobildonna, Laura Priuli.
Francesco però non accettò mai la matrigna e fu
allevato dalla nonna Daniela Badoer, nella cui
casa si era rifugiato. Forse l’episodio della morte
prematura della madre e il successivo, difficile
rapporto con la nuova matrigna, fecero nascere
in Francesco uno spirito ribelle e militaresco. In-
dirizzato dal padre agli studi classici, si mostrò
però più interessato a battaglie e strategie che
agli scrittori greci e latini. Si arruolò pertanto in
giovane età nella Veneta Marina grazie anche al
legame con il cugino Pietro Badoer, in quegli
anni Ammiraglio della flotta a Candia.
Troppo affascinato dalla carriera militare non si
sposò mai. Francesco Morosini, nelle vesti di Doge e Ca-
Giovane marinaio negli anni ’30 del secolo, le pitano da Mar
notevoli fortune della sua famiglia gli permise-
ro di mettere in mostra ben presto le sue capaci- pitane”disponibili gli fu assegnata una galeazza
tà e i suoi istinti militareschi, raggiungendo il come nave ammiraglia, probabilmente anche
grado di “Capitano del Golfo”, cioè Ammiraglio perché questo tipo di nave era più lenta delle
con giurisdizione su tutto l’Adriatico nella base galee e non gli avrebbe consentito una mano-
di Perasto sulle Bocche di Cattaro. vra così spericolata. Questa galeazza, chiamata
Con l’inizio della Guerra di Candia nel 1645 co- “La Gabriella” in quanto la sua costruzione era
minciò a mettere in mostra il proprio valore. Si stata finanziata dalla famiglia Gabrielli di Vene-
narra al proposito che, nella Prima Battaglia dei zia, fu la sua nave ammiraglia per il resto di quel-
Dardanelli, il 16 maggio 1654, incitò a tal punto la campagna.
i rematori della sua“galea capitana”da arrivare a Francesco Morosini era un fautore delle galee
speronare una galea nemica prima di tutte le al- come navi militari ed ebbe in quegli anni grandi
tre navi veneziane, però, essendo distanziato discussioni e contrasti con un altro grande Am-
dal resto della flotta, una decina di galee turche miraglio veneziano, quel Lazzaro Mocenigo fau-
si avventarono contro la sua che era rimasta iso- tore dei galeoni a vela, che morì prematuramen-
lata dal gruppo. Lui e il suo equipaggio stavano te a soli 33 anni nel tentativo di forzare i Darda-
per esser sopraffatti quando, fortunatamente, nelli il 17 luglio 1657.
arrivarono in aiuto le altre galee veneziane che L’esercito ottomano era intanto sbarcato nell’i-
riuscirono a trarli quasi tutti in salvo. La sua ga- sola di Creta e, dopo aver conquistato il forte di
lea comunque affondò e rimase senza nave. Fi- San Teodoro, fatto saltare in aria dal suo coman-
nita la battaglia e non essendoci altre“galee ca- dante, il Capitano Biagio Zulian, nel momento in
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