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di decorativismo in H. Matisse, che risente forte- della mostra, Dal colore alla forma, che si chiude
mente dell’Oriente, non quindi ornamento o con uno dei più famosi papiers découpés di Ma-
puro abbellimento ma parte integrante, co- tisse: l’Icaro (1947), una delle XX tavole del suo
struttiva dell’opera. dal libro d’artista Jazz, pubblicato nel 1947.
Ecco quindi la presenza della lezione dell’arte Determinata dalle sue precarie condizioni di sa-
orientale in Arabesque, litografia del 1926. lute, quest’opera presenta, come riportato nel
Linee piatte e fluide conferiscono movimento catalogo della mostra, un artista che “supera i li- PIANETAUTL | FUORI LE MURA
alla figura femminile in posa creando una sen- miti convenzionali della sua produzione artisti-
sazione di armonia e bellezza. Quest’opera di H. ca” attraverso l’utilizzo di fogli di carta colorata
Matisse dialoga con le enigmatiche Tigri (1918) incollati fra loro. Il suo Icaro, sagoma nera, es-
del muranese V. Zecchin dalle seducenti figure senziale, forma primordiale, si abbandona in un
femminili avvolte in elaborati manti dai motivi volo sospeso tra le stelle guidato da un cuore
zoomorfi, floreali, spiraliformi. come “una sfera pulsante, trafitta nella notte
Il mondo di Matisse è anche Lusso, calma e vo- della vita”.
luttà, titolo della sesta sezione ripreso da un Quello di Matisse è quindi un viaggio, il viaggio
verso di Baudelaire e titolo di un olio su tela del- dell’uomo verso un altro da sé che supera il rea-
lo stesso artista. le in uno spazio cosmico senza tempo.
In questa sala prendono vita le modelle-odali-
sche “…è il corpo – afferma il pittore in Notes Per una visione più dettagliata e completa
d’un peintre – che mi consente di esprimere al della mostra, vedi allegato.
meglio il sentimento per così dire religioso che
provo nei confronti della
vita”. Le sue odalische, rap-
presentate in un interno che
della finestra aperta lascia
intravedere il blu intenso del
mare, combinano nostalgia,
esotismo e sensualità.
E’ qui che la bella Odalisca
gialla (1937), la modella rus-
sa Hélène Galitzine, ci scruta
ed invita ad entrare nel suo
mondo in cui il pittore esal-
ta, attraverso l’uso dei com-
plementari, il decorativismo
persiano del mantello che
avvolge delicatamente il suo
corpo. Corpo in dialogo con
quello dipinto da P. Bonnard
di sua moglie nel suo Nudo
allo specchio (1931), dal
carattere intimo e personale,
costruito su una vibrazione
di colori che illumina gli in-
terni evidenziando le forme
della donna allo specchio in
dialogo muto con il suo arti-
sta che la ritrae con linguag-
gio profondamente pudico.
Accompagnati da Rapsodia
in blu di George Gershwin,
arriviamo all’ultima sezione Henri Matisse, Icaro, 1947
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