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Non molto più anziani di me. Noto alcuni mate- vece qui a fare cosa, sotto incessanti bombarda-
               rassi buttati di traverso sul pavimento, gli zaini menti?
               semiaperti, i fucili appesi disordinatamente a Sembrano chiedersi: “Dov’è la decantata supre-
               dei chiodi sul muro di fondo. Un soldato vestito mazia di mezzi moderni, gli ordini tempestivi, la
               della logora divisa si sforza di dormire sdraiato potenza inarrestabile? Che cosa non ha funzio-
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               sul giaciglio. Ma come fare? Il sonno è indispen- nato, dove ci fermeremo? A cosa è servito il giu-
               sabile, lo sappiamo, ma le immagini delle delu- ramento di combattere fino al supremo sacrifi-
               sioni belliche, in quegli occhi che si aprono e si cio? E a casa cosa sarà successo nel frattempo?”
               chiudono senza riposo, e il corpo emaciato che Il giorno dopo la zia di buon mattino racconta al
               si rigira di scatto sembrano l’emblema di una ri- bambinetto - il quale la sera precedente è crolla-
          MEMORIE
               tirata che è una rotta senza ordini precisi, e sen- to dal sonno poco dopo l’imbrunire - che l’uffi-
               za mezzi, tranne due cavalli e due biciclette. Un ciale della ‘guarnigione’ in questione è venuto
               altro, con un’eguale e unica divisa indossata con il buio a chiedere di cenare da noi.
               notte e giorno, cammina sospettosamente “Dopo ristorato ha cominciato a parlare e forse
               avanti e indietro lanciando occhiate oblique ol- a salutare – ha detto tante volte, ma tante volte
                                                                            ‘offidersen’- Poi ha voluto tre scatole
                                                                            di fiammiferi di legno e con quelli
                                                                            ha cominciato un disegno sulla ta-
                                                                            vola mettendoli uno accanto all’al-
                                                                            tro.
                                                                            Compone così un’immagine: “La
                                                                            facciata della sua casa - mi precisa la
                                                                            zia - Tutto! Porte, finestre, scalini,
                                                                            tetto, angoli e perfino un albero, sai,
                                                                            il suo albero e la sua casetta, molto
                                                                            bella. Prima di terminare, si mette a
                                                                            piangere, ne accende uno, lo pog-
                                                                            gia e in breve si accendono tutti
                                                                            spontaneamente trasformando in
                                                                            carbone il disegno sulla linda tavola
               tre i vetri come fosse di guardia contro le imbo- di legno.Quindi dice: Kaput! Si alza, saluta e va
               scate e i possibili attacchi. Si vede nel suo porta- via.”
               mento sia l’ingenuo candore del ragazzo, sia il Scendo di corsa a controllare e vedo sulla tavola
               sospetto e la diffidenza conseguenti agli orrori ancora le confezioni vuote di fiammiferi marca
               già veduti. Un altro torna in quel momento da SAFFA, mentre entra uno gridando: “I tedeschi
               una furtiva uscita recando un fagotto di pane ed sono andati viaaaaa! Finito, via per sempre!”
               un secchio d’acqua, forse unico alimento per Mio nonno ha fatto venire il falegname suo ami-
               quel giorno così pesante e lungo da passare tra co che con la pialla elimina dalla tavola l'opera
               gli odi di tanti simili fuori da quelle mura. Un al- d'arte, quei segni della seconda Guerra Mondia-
               tro è all’esterno, dietro all’edificio ad accudire i le. Tutti sono allegri e respirano la fresca aria
               cavalli, assicurandosi che siano rimasti lì assie- mattinale di quel nuovo giorno, dimentichi di
               me al carretto. E ancora occhi spaventati, pallore armi, aerei, ebrei, partigiani, carneficine, diplo-
               nel viso, movimenti furtivi, magrezza, appren- mazie... tranne la zia con il fidanzato ancora pri-
               sione, assenza di ogni cenno di sorriso.          gioniero... lontano... chissà dove. È abbastanza
               Cosa possono fare così pochi con un simile la certezza che son finite finalmente le sparato-
               equipaggiamento contro una potente armata rie, i bombardamenti, le trincee... E i viaggi in bi-
               nemica in movimento ad un giorno di distanza? cicletta del vecchio postino per recare alle fami-
               E con il ricordo recente di troppe cose, le pro- glie i telegrammi dei loro figli caduti.
               messe, i combattimenti inutili in Russia, Africa, Mia nonna prende i fucili abbandonati e con il
               Iugoslavia, Francia, Europa del Nord, Atlantico... loro calcio di legno pregiato accende il fuoco
               luoghi in cui la loro nazione non avrebbe voluto per riscaldare l’acqua nel calderone del bucato
               trovarsi immersa; in cinque guerre con fronti settimanale.
               smisurati, lontani e coi difficili rifornimenti, e in-

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